Vivaldi, il Veneto, l'Europa


Nella Chiesa di Vivaldi

puoi vivere un concerto straordinario

in uno dei templi più suggestivi della musica classica



La musica di Antonio Vivaldi
e dell’epoca d’Oro del barocco

La seconda edizione del progetto VIVALDI, IL VENETO E L’EUROPA si basa sull’unicità ed il rilievo storico della tradizione musicale dell’antico Ospedale della Pietà di Venezia, legata principalmente, ma non soltanto, alla figura di Antonio Vivaldi. Saranno considerati molti tratti dell’opera vivaldiana, nelle sue diverse articolazioni e nelle sue interconnessioni con gli altri autori veneziani ed europei del XVIII secolo.


In sintesi, un’esperienza totalmente immersiva, da vivere nella magica atmosfera dei luoghi di Vivaldi e i capolavori di Giovan Battista Tiepolo, in un viaggio fantastico nel mondo artistico di un periodo particolarmente prolifico e dinamico, come quello del Settecento.


Le opere di Vivaldi

IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE OP. VIII

Dodici concerti per violino e archi composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725. Iniziamo dal titolo veramente bello che mette in risalto la voglia di Vivaldi di comporre delle melodie armoniose ma anche di sperimentare nuove strade compositive.

Al suo interno troviamo nei primi quattro concerti “Le quattro stagioni” che sono tra le musiche più conosciute in assoluto del repertorio classico.


Come spesso accade quando ci sono dei brani molto famosi il rischio è che vengano messi in ombra gli altri che non sono assolutamente da meno e meritano di essere ascoltati alla stessa stregua. Non solo meglio non snobbare neanche “Le quattro stagioni” che è vero le ascoltiamo spesso ma a brandelli ad uso e consumo di chi le trasmette ma non di chi le riceve.


Meglio quindi fare un passo indietro e ascoltare i concerti con attenzione nella versione adeguata proposta da I VIRTUOSI ITALIANI.

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La Cetra Op. IX

“LA CETRA” Opera 9 è una raccolta di dodici concerti composti da Antonio Vivaldi. Nell’intestazione originale la dedica riporta il seguente testo: «La Cetra. Concerti per 3 violini viola violoncello ed organo. Composti da D.A. Vivaldi Maestro del Pio Ospitale della città di Venezia e Maestro di Cappella di Camera di S.A.S. il sig. Principe Filippo Langravio d’Assia Darmistadt».

La collezione composta da 11 concerti per violino e un concerto per 2 violini archi e basso continuo fu pubblicata nel 1727 e dedicata all’imperatore Carlo VI d’Austria. Nel settembre 1728 Vivaldi incontrò l’imperatore asburgico Carlo VI a Trieste o nei dintorni dove l’imperatore stava sovrintendendo alla costruzione di un nuovo porto. Carlo era un grande ammiratore di Vivaldi e gli diede il titolo di cavaliere e una catena d’oro con un medaglione e lo invitò a visitare Vienna. A sua volta Vivaldi donò all’imperatore un manoscritto con una raccolta di concerti intitolata “La Cetra”. Probabilmente non è un caso che il compositore abbia usato lo stesso titolo per i Dodici Concerti per violino Op. 9 “La Cetra” che aveva pubblicato un anno prima per Le Cène di Amsterdam con una dedica all’Imperatore. Secondo lo studioso di Vivaldi Michael Talbot la lira simboleggiava il grande amore per la musica degli Asburgo. Già in precedenza nel 1673 Giovanni Legrenzi aveva dedicato all’allora imperatore Leopoldo I una prima antologia - anch’essa intitolata La Cetra.Talbot considera anche l’uso della scordatura nella parte di violino. La pratica della scordatura era una tradizione popolare in Austria e in Boemia come sappiamo dalla musica per violino di Biber e Schmelzer. Riguardo al singolare incontro tra l’imperatore Carlo e Vivaldi a Trieste nel 1728 l’abate Conti scrive: «L’imperatore parlò a lungo di musica con Vivaldi. Si dice che gli abbia detto di più in due settimane che i suoi ministri in due anni».

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LA STRAVAGANZA, OP. IV

“LA STRAVAGANZA” è il titolo di una raccolta di dodici concerti composti da Antonio Vivaldi tra il 1712 e il 1713 pubblicati per la prima volta nel 1716 da Estienne Roger ad Amsterdam come opera 4 e dedicati a un nobile veneziano Vettor Delfino. Nell’intestazione originale la dedica riporta il seguente testo: “Concerti consacrati a Sua Eccellenza il Signor Vettor Delfino nobile veneto da Don Antonio Vivaldi Musico di Violino e Maestro de Concerti del Pio Ospitale della Pietà di Venetia”.

Si tratta di concerti per violino anche se occasionalmente interviene un secondo strumento solistico come un secondo violino e/o violoncello solo. La raccolta ha la stessa struttura delle altre due che hanno dato un’impronta fondamentale alla produzione vivaldiana. Si tratta delle celeberrime “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” Opera 8 e “L’Estro Armonico” Opera 3 entrambe più famose della presente opera). Come nelle altre due raccolte ciascuno dei dodici concerti della Stravaganza dura una decina di minuti. 

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L’ESTRO ARMONICO Op. III

“L’ESTRO ARMONICO” è una raccolta di dodici concerti opera 3 di Antonio Vivaldi. La strumentazione è di orchestra d’archi e un violino solista in 4 concerti 2 violini solisti in altri 4 (2 di questi anche col violoncello) e altri 4 concerti per 4 violini solisti (anche in questo caso 2 concerti anche con il violoncello). Il titolo dell’opera è un ossimoro che vuole evidenziare la ricerca del perfetto punto di equilibrio fra due esigenze opposte: da un lato l’estro cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà e dall’altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell’armonia.

Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e grazie ad essi il “Prete Rosso” fu per qualche anno il compositore più rinomato. Segnarono il passaggio dal concerto grosso al concerto solistico. Il musicologo Alfred Einstein a proposito di un passaggio del terzo movimento del concerto numero 8 scrisse: “è come se in una sala barocca porte e finestre si spalancassero all’improvviso e si respirasse una ventata d’aria fresca”. Lo studioso vivaldiano Michael Talbot si spinse al punto di affermare che questi lavori sono “forse la più influente raccolta di musica strumentale apparsa nell’intero diciottesimo secolo”.

L’opera 3 fu pubblicata ad Amsterdam da Estienne Roger presumibilmente nel 1711. Roger infatti non includeva la data di pubblicazione ma solo un numero d’ordine e inoltre riciclava i numeri di opere esaurite come sembra sia capitato anche all’Estro Armonico. La sua uscita fu pubblicizzata con un annuncio sul The Post Man di Londra. L’opera fu ripubblicata in modo non autorizzato da John Walsh a Londra e a Parigi con l’improbabile titolo “Les Troarmonico”. 

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n.1/82/5.2/5.1/71 fermata S.Zaccaria.

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