Le Quattro Stagioni


Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi sono i quattro concerti che aprono la raccolta di 12 concerti solistici Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione op. 8, che vede la sua prima pubblicazione nel 1725. Vivaldi antepone ad ogni stagione un breve “sonetto dimostrativo”.
Egli fu infatti un grande maestro della cosiddetta musica descrittiva e le Quattro Stagioni ne sono un esempio mirabile, in quanto non solo i titoli rimandano genericamente alle scene naturali tipiche delle varie stagioni, ma vengono anche imitati nel dettaglio e trasposti in chiave musicale con straordinaria maestria e naturalezza i versi che compongono i sonetti di ogni singola stagione.

I sonetti

  • La Primavera

    Concerto Nº 1 in Mi maggiore, opera 8, RV 269 (La primavera)

    I. Allegro (in Mi maggiore)

    Giunt’è la Primavera e festosetti

    La Salutan gl’Augei con lieto canto,

    E i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti

    Con dolce mormorio Scorrono intanto

    Vengon’ coprendo l’aer di nero amanto

    E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti

    Indi tacendo questi, gl’Augelletti

    Tornan di nuovo al lor canoro incanto:

    II. Largo e pianissimo sempre (in Do diesis minore)

    E quindi sul fiorito ameno prato

    Al caro mormorio di fronde e piante

    Dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato.

    III. Allegro pastorale (in Mi maggiore)

    Di pastoral Zampogna al suon festante

    Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato

    Di primavera all’apparir brillante.


  • L'Estate

    Concerto Nº 2 in Sol minore, opera 8, RV 315 (L'estate)

    I. Allegro non molto (in Sol minore)

    Sotto dura stagion dal sole accesa

    Langue l’huom, langue ‘l gregge, ed arde ‘l pino,

    Scioglie il cucco la voce, e tosto intesa

    Canta la tortorella e ‘l gardellino.

    Zeffiro dolce spira, ma contesa

    Muove Borea improvviso al suo vicino;

    E piange il Pastorel, perché sospesa

    Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;

    II. Adagio e piano – Presto e forte (in Sol minore)

    Toglie alle membra lasse il suo riposo

    Il timore de’ lampi, e tuoni fieri

    E de mosche, e mosconi il stuol furioso:

    III. Presto (in Sol minore)

    Ah che pur troppo i suoi timor son veri

    Tuona e fulmina il cielo grandinoso

    Tronca il capo alle spiche e a’ grani alteri.


  • L'Autunno

    Concerto Nº 3 in Fa maggiore, opera 8, RV 293 (L'autunno)

    I. Allegro (in Fa maggiore)

    Celebra il Vilanel con balli e Canti

    Del felice raccolto il bel piacere

    E del liquor di Bacco accesi tanti

    Finiscono col Sonno il lor godere.

    II. Adagio molto (in Re minore)

    Fa’ ch’ ogn’uno tralasci e balli e canti

    L’aria che temperata dà piacere,

    E la Staggion ch’invita tanti e tanti

    D’un dolcissimo sonno al bel godere.

    III. Allegro (in Fa maggiore)

    I cacciator alla nov’alba à caccia

    Con corni, Schioppi, e cani escono fuore

    Fugge la belva, e Seguono la traccia;

    Già Sbigottita, e lassa al gran rumore

    De’ Schioppi e cani, ferita minaccia

    Languida di fuggire, mà oppressa muore. 


  • L'Inverno

    Concerto Nº 4 in Fa minore, opera 8, RV 297 (L'inverno)

    I. Allegro non molto (in Fa minore)

    Agghiacciato tremar tra nevi algenti

    Al Severo Spirar d’orrido Vento,

    Correr battendo i piedi ogni momento;

    E pel Soverchio gel batter i denti;

    II. Largo (in Mi bemolle maggiore)

    Passar al foco i dì quieti e contenti

    Mentre la pioggia fuor bagna ben cento

    III. Allegro (in Fa minore)

    Caminar sopra il ghiaccio, e a passo lento

    Per timore di cadere bene;

    Gir forte Sdrucciolar, cader a terra

    Di nuovo ir sopra ‘l ghiaccio e correr forte

    Sin ch’il ghiaccio si rompe, e si disserra;

    Sentir uscir dalle ferrate porte

    Scirocco, Borea, e tutti i venti in guerra

    Quest’è ‘l verno, ma tal, che gioia apporte.

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