Francesca Dego con i Virtuosi Italiani tra Tchaikovsky e Rota
Artista Deutsche Grammophon dal 2012, è attualmente tra le giovani
violiniste più richieste della scena musicale nazionale ed europea
La violinista trentenne di Lecco Francesca Dego (italiana e americana di nazionalità) che suonerà con i Virtuosi italiani domani sera al Teatro Ristori (alle 20), si è diplomata con lode e menzione speciale al Conservatorio
di Milano sotto la guida di Daniele Gay, si è perfezionata con Salvatore Accardo all'Accademia Stauffer di Cremona e all'Accademia Chigiana a Siena e con Itzhak Rashkovsky al Royal College of Music a Londra.
Artista Deutsche Grammophon dal 2012, è vincitrice di concorsi internazionali ed ha una attività internazionale, ma non riscuote certo nel nostro paese la notorietà dei partecipanti non professionisti dei Talent show! Sono "Amici", "Ballando con le stelle", "X Factor", "Italia's Got Talent", "MasterChef Italia", "Tale e Quale Show", "The Voice of Italy", "Bake
Off Italia", "Tú sí que vales" che affollano le serate dei pubblici italiani di tutte le età, dalle televisioni pubbliche a quelle private.
Niente di male si dirà, ma la cosa diviene molto grave se si ritiene equivalente il contenuto artistico delle diverse occasioni spettacolari.
E stato detto che un prodotto abbia un contenuto artistico quanto più è capace di parlarci dell'uomo, della sua storia, della sua cultura. Se domani non ci sarà più un pubblico per i tanti studenti di conservatorio di grande ta-
lento che sbarcano il lunario provvisoriamente come camerieri e baristi ci accorgeremo quanto sarà difficile rimediare.
La musica d'arte ha bisogno di tempo e di riflessione ed è quanto di più attuale per il cervello della popolazione giovane, abituata a confrontarsi con calcoli matematici e finanziari, architettonici e logistici.
Salvo che questa musica non circola nella società, non si incontra a scuola. né viene evidentemente stimata, se relegata a parte nei ghetti dei canali e programmi culturali, come fosse qualcosa solo per pochi noiosi intellettualoidi. Invece il cervello moderno ha bisogno d'un cuore antico per dirigersi verso il futuro, e dovrebbe essere chiaro quanto il martellamento delle canzoni più becere riesce a farcele apprezzare: come succede con la fisionomia di una amica brutta, che dopo un po' passa inosservata.
Invece la Divina Commedia non è comprensibile se non è spiegata, chiosa-
ta, circostanziata. Neppure per una esperienza gastronomica o per un vino oggi ci si accontenta di un veloce assaggio, senza capire, confrontare, meditare. Perché ci aspetta che l'emozone debba essere immediata quando si ascolta la musica classica?
In programma domani brani facilmente apprezzabili di Nino Rota i Ballabili dal Film di Luchino Visconti "Il Gattopardo" e alcune fantasie di Castelnuovo Tedesco sul "Barbiere di Siviglia' inoltre Ciajkovskij di "Souvenir d'un lieu cher"( Memoria di un posto caro)", una raccolta di tre pezzi incantevoli per violino e pianoforte del 1878 di cui nel 1896 Alexandre Glazunov fece un arrangiamento per orchestra.

Il "luogo" in questione era la tenuta di campagna di Brailov che apparteneva alla mecenate e amica Nadezhda von Meck. La meditation, il brano iniziale, originariamente costituiva il secondo movimento del Concerto per violino, poi sostituito.
Ancora di Ciajkovskij "Elegia in memoria di Ivan Samarin" composto per festeggiare i cinquanta anni di carriera nel 1884 dell'amico professore di drammaturgia al Conservatorio di Mosca. Entrambe le composizioni attestano il senso delle classi colte russe di appartenere ad una più
ampia civiltà europea, una condizione dell'arte russa di esilio interiore, così attuale in questo momento.
Per alcuni russi l'Europa, oggi come ieri, non è semplicemente un luogo ma
una regione della mente in cui dimorano magari non fisicamente ma in virtù dell'educazione, dell'arte, dei valori complessivi.
Il "luogo" in questione era la tenuta di campagna di Brailov che apparteneva alla mecenate e amica Nadezhda von Meck. La meditation, il brano iniziale, originariamente costituiva il secondo movimento del Concerto per violino, poi sostituito.
Ancora di Ciajkovskij "Elegia in memoria di Ivan Samarin" composto per festeggiare i cinquanta anni di carriera nel 1884 dell'amico professore di drammaturgia al Conservatorio di Mosca. Entrambe le composizioni attestano il senso delle classi colte russe di appartenere ad una più
ampia civiltà europea, una condizione dell'arte russa di esilio interiore, così attuale in questo momento.
Per alcuni russi l'Europa, oggi come ieri, non è semplicemente un luogo ma
una regione della mente in cui dimorano magari non fisicamente ma in virtù dell'educazione, dell'arte, dei valori complessivi.
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