IL SAX DI FEDERICO MONDELCI E I VIRTUOSI ITALIANI
Domenica 10 aprile alle ore 17.00, primo appuntamento nell’affascinate spazio di San Pietro in Monastero in Via Garibaldi a Verona della XXIII STAGIONE CONCERTISTICA DE I VIRTUOSI ITALIANI.
Il concerto intitolato “MELODIE SOSPESE” avrà come protagonista il più conosciuto e apprezzato sassofonista italiano nel mondo, FEDERICO MONDELCI insieme a I VIRTUOSI ITALIANI.
“Il suo merito, secondo me, è nella variabile bellezza del suo accento, a volte grave e calmo, a volte passionale, sognatore o malinconico, o vago come l’eco dell’eco, come il pianto indistinto della brezza dei boschi; meglio ancora, come le vibrazioni misteriose di una campana molto tempo dopo che è stata percossa. Nessun altro strumento musicale esistente a me noto possiede questa particolare sonorità, posta al limite del silenzio, [ ... ] la più bella voce grave fino a oggi conosciuta in musica”. Pensava questo del sassofono il compositore Hector Berlioz, e lo scriveva sul Journal des débats nel 1842, quando lo strumento creato da Adolphe Sax era poco più che un bebè. Da allora il sassofono ne ha fatta di strada, conquistando i compositori colti, il jazz e la popular music. Nel tempo è venuta a costituirsi anche una letteratura originale ad opera dei grandi compositori e grazie a loro, a partire dalla seconda metà dell’800, il sassofono ha visto il suo impiego in tutti gli ambiti musicali, dall’orchestra sinfonica all’orchestra jazz e di varietà, dal pop al jazz alla musica etnica, consacrando questo strumento come l’ultima grande geniale invenzione in campo musicale prima dell’avvento della tecnologia elettronica.
Nel panorama nazionale un grande impulso in questo senso è stato dato da Federico Mondelci che nel corso della sua lunga carriera internazionale ha stimolato compositori alla creazione di nuove opere, e il programma odierno ne è testimonianza: la collaborazione con Michael Nyman e Nicola Piovani, due tra i più accreditati compositori di musica contemporanea attivi anche come autori di celeberrime colonne sonore, ha determinato la nascita dei brani che figurano in programma.
Accanto alle opere di Nyman e Piovani figurano altre composizioni che ben evidenziano la vox espressiva e seduttiva del sassofono, a partire dall’Aria di Eugène Bozza che, partendo da un basso bachiano, ne struttura una melodia espressiva sostenuta dai canoni dell’armonia moderna tipica del ‘900. Il programma prosegue con l’anima del jazz che appare prepotentemente in Summertime di George Gershwin e Solitude di Duke Ellington. Infine un omaggio al grande Ennio Morricone con i temi di C’Era una Volta il West e Mission e una novità assoluta: due arrangiamenti di due brani classici di Jobim scritti per l’occasione dal M° Massimo Morganti.

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