La giovane stella del violoncello, Ettore Pagano, a Verona con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali guidata da James Feddeck
Protagonista della serata il violoncellista Ettore Pagano, uno tra i più interessanti giovani talenti musicali del panorama internazionale. Romano, classe 2003, ha già vinto il primo premio assoluto in oltre 40 concorsi nazionali e internazionali
Alla direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano la bacchetta dell’americano James Feddeck, definito dal Chicago Tribune “un talentuoso direttore di cui si parlerà per molto tempo”
Venerdì 12 aprile 2024 ore 20:30
Teatro Ristori
Uno tra i più interessanti giovani talenti musicali del panorama internazionale odierno, il violoncellista Ettore Pagano, incontrerà venerdì 12 aprile alle ore 20.30 al Teatro Ristori di Verona, il Direttore d’orchestra americano James Feddeck, alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, nel concerto valido per la 25ª Stagione de I Virtuosi Italiani.
Ettore Pagano è oggi uno dei violoncellisti più ricercati sulla scena non solo italiana ma mondiale, autentico talento acclamato dal pubblico e dalla critica. Classe 2003 si è già distinto in realtà d’eccellenza come il Conservatorio di S. Cecilia a Roma, l'Accademia Walter Stauffer di Cremona, la Pavia Cello Academy e l'Accademia Musicale Chigiana. Ha già vinto oltre 40 concorsi nazionali e internazionali. Tra questi il Primo Premio al Concorso “Giovani musicisti” della Filarmonica della Scala nel 2019 e il Primo Premio alla prestigiosa Khachaturian Cello Competition, nel 2022.
Accanto a lui, a dirigere l’intera serata, sarà la geniale bacchetta di James Feddeck, osannato dal Chicago Tribune come un “talentuoso direttore di cui si parlerà per molto tempo”. Alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, di cui è oggi Direttore Principale, proporrà per la prima volta al pubblico di Verona l’ascolto del brano Poker Face, novità eseguita in prima esecuzione assoluta il giorno prima a Milano, commissionata dai Pomeriggi Musicali alla compositrice e pianista abruzzese Roberta Vacca. La serata proseguirà quindi con il Concerto n. 1 in mi bemolle minore per violoncello e orchestra di Dmitri Šostakovič (1906-1975) e con la Sinfonia n. 4 di Ludwig van Beethoven (1770-1827).
Nel rispondere alla commissione dei Pomeriggi, Roberta Vacca ha concepito una partitura la cui principale finalità è l’esaltazione, in una raffinata scrittura strumentale, delle singole famiglie orchestrali. Il nuovo brano Poker Face muove dal modello illustre del bàrtokiano Gioco delle coppie – non a caso la compositrice ha al suo attivo, tra i numerosi riconoscimenti, la menzione speciale al Concorso di Composizione “Bela Bàrtok” – vincolando il lavoro al gioco reale del poker, dalle cui regole deriva l’ispirazione del pezzo, alludendo anche alla maschera che deve vestire il giocatore di poker, tenuto a dissimulare e confondere l’avversario. Sul piano musicale, si tratta d’un mascheramento sonoro che nasce dal gioco delle combinazioni timbriche, principale urgenza espressiva di questa novità. «Gesto teatrale e narratività, il raccontare sia in senso teatrale che in senso musicale, interni all’elaborazione dell’andamento strumentale – osserva Renzo Cresti – sono il vero bisogno espressivo della compositrice».
Seguirà il Concerto n. 1 in mi bemolle minore per violoncello e orchestra di Dmitri Šostakovič (1906-1975). Composto nel 1959 in soli quaranta giorni, il magnetico Concerto n. 1 è stato dedicato dal compositore russo al grande violoncellista Mstislav Rostropovic, che lo presentò al pubblico il 4 ottobre dello stesso anno nella Sala Grande della Filarmonica di Leningrado. Autentico capolavoro, è suddiviso in quattro movimenti: al primo tempo, di considerevoli dimensioni, si contrappongono i tre successivi che si susseguono senza soluzione di continuità.

La serata si concluderà sulle note della Sinfonia n. 4 di Ludwig van Beethoven (1770-1827). Eseguita per la prima volta nel marzo 1807 nel palazzo del principe Lobkowitz a Vienna, venne molto apprezzata da Robert Schumann che, per l’eleganza composta delle sue linee, la freschezza dell'invenzione tematica e ritmica e per l'agilità della sua struttura formale la definì in relazione all’Eroica e alla Quinta, «una snella fanciulla greca fra due giganti nordici».
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